Link all’album su Spotify: https://spoti.fi/30cbTfu

Affrancato da poche e semplici parole di incoraggiamento (pazzi! è così che si creano i mostri!), Lacinskij torna con “The Re-cover Session Vol.1”, un nuovo capitolo destinato a proseguire la ricerca sonora già espressa in “Sound[e]scaping Vol. 1”, il disco d’esordio. Mantenuto l’alter-ego polacco, l’artista siciliano (all’anagrafe Giuseppe Schillaci) ha deciso di condurre un’operazione molto più complessa, sperimentale e lontana dalle dinamiche del mercato musicale, coinvolgendo amici con cui aveva già avuto il piacere di rapportarsi artisticamente, sparsi lungo la penisola.

Il 2021 è l’anno delle cover: con “The Re-cover Session Vol.1, Lacinskij/Giuseppe Schillaci affida quindi l’interpretazione di 12 brani della storia della musica italiana e internazionale ad altrettanti cantautori, lasciando loro la libertà di reinterpretare a proprio piacimento musica, testo e intenzioni.

“The Re-cover Session Vol.1”: https://spoti.fi/30cbTfu

“The Re-cover Session Vol.1”, come “Sound[e]scaping Vol. 1”, esce per Doremillaro [sb]Recs, l’etichetta di Schillaci che ha da poco compiuto 10 anni. Un disco digitale a cui non seguiranno (forse) concerti: musica anacronistica tutto sommato sincronica, suoni retrò, nostalgia a go go, tecnologia rigorosamente digitale che emula quella analogica, bassi elettrici e un’irrefrenabile voglia di scherzare con il suo linguaggio preferito, la musica, nel tentativo di soddisfare le orecchie di qualcuno e deridere le convinzioni estetiche dei contemporanei.

Lacinskij non vuole suonare attuale: è musica e basta, prima di tutto per sé, per sopravvivere, per creare divertendosi e per chi potrebbe avere voglia di ascoltare. Musica composta in solitudine, in autonomia, senza commilitoni di band da incontrare, da ascoltare e con cui discutere. Con la voglia di imitare intimamente, senza troppi clamori, il minimalismo, le colonne sonore dei videogiochi dell’epoca 8 & 16 bit, mischiando drum machine con casse dritte e sovrapponendo innumerevoli strati di synth, uno sopra l’altro.

“Chi ascolta male, interpreta male e suona male” J. Lacinskij, 2021.

LACINSKIJ – THE RE-COVER SESSION VOL. I

Tracklist

01. L’Immensità [Don Backy] – Dino Fumaretto

02. E Voi Ballate [Celentano] – Mapuche

03. Wearing Your Smell [Motorpsycho] – Erri

04. Però Quasi [Freak Antoni] – Alì

05. Smalltown Boy [Bronski Beat] – Veivecura

06. Un Fuoco [DeNovo] – EDY

07. Time [Tom Waits] – Zavvo

08. Polisex [Ivan Cattaneo] – Umberto Palazzo

09. Alike [Efterklang] – Tizio

10. Barbara [Enzo Carella] – Smegma Bovary

11. T’Innamorerai [Marco Masini] – La Tosse Grassa

12. La Stagione Dell’Amore [Franco Battiato] – Lacinskij

Album Credits:

Prodotto, registrato e mixato da Giuseppe “Lacinskij” Schillaci @ Red Basement, Catania.

Masterizzato da Carlo H. Natoli @ RoofTop, London.

Giuseppe Schillaci ha suonato basso elettrico, drum machine, sintetizzatori, campionatori, groovebox, sequencer generato e manipolato ogni singolo suono all’interno di quest’album e cantato in “La Stagione Dell’Amore” di Franco Battiato.

LACINSKIJ PARLA DI “THE RE-COVER SESSION VOL. I”

L’Immensità [Don Backy] – Dino Fumaretto

Dino Fumaretto sceglie un grande classico di Don Backy.

Il suo ultimo album “Coma” è stato prodotto artisticamente da Iosonouncane. Ha scelto questa canzone perché la voleva cantare da sempre: ho pensato che sarebbe stato interessante cimentarmi aggiungendo un tocco un po’ più bizzarre con samples e synth pescati dalle colonne sonore dei film anni ’80.

Voce registrata da Dino Fumaretto nel suo home studio.

Synth, Drum Programming, Synth Bass, Mellotron, Samples & Fx: Lacinskij.

E Voi Ballate [Celentano] – Mapuche

Brano tra i meno conosciuti di Celentano e molto affine alla poetica ed estetica di Mapuche, cantautore scuro proveniente da Catania. Il suo quarto album in studio, dopo le collaborazioni con Colapesce, Basile ed Alessandro Fiori, vedrà la luce nel 2022.

Per questo brano abbiamo provato a inserire un beat quasi trap, forse un po’ dub, insomma una rivisitazione inaspettata.

Voce di Mapuche registrata da Lacinskij @ Red Basement.

Synth, Drum Programming, Synth bass, Sequencer, Sample & Fx: Lacinskij.

Wearing Your Smell [Motorpsycho] – Erri

Erri, ovvero Carlo Natoli, già improvvisatore con Francesco Cusa Skrunch, poi voce dei Gentless 3 e poi di Erri. Siamo entrambi appassionati dei Motorpsycho da tempo immemore: ci sembrava dovuto cimentarci in una loro cover. Abbiamo mischiato folk, rock e ottenuto un po’ di Beck in maniera casuale. È uno dei brani più rock dell’album, a conti fatti.

Voce, Chitarra Acustica e Mandola Tenore Elettrica registrate @ RoofTop da Carlo Natoli.

Drum Programming, Percussion, Bass, Samples, Sequencer & Fx: Lacinskij.

Però Quasi [Freak Antoni] – Alì

Cantautore siracusano con all’attivo due album, entrambi con Colapesce presente come produzione artistica. Ho suonato live con Stefano per anni nella sua live band. Siamo molto amici e legati da sensibilità pop e amore per la canzone italiana. Questo omaggio per Freak Antoni è per noi molto importante poiché lo consideriamo uno dei più importanti autori della scena italiana. Ho riempito il brano di riverberi ed echo, aggiungendo un basso molto secco e preciso, assieme ad una batteria minimale e degli archi alla fine. Penso che l’esperimento pop che avevamo in testa sia stato compiuto. Ho anche distrutto la chitarra di Stefano e praticamente l’ho trasformata in un synth ritmico.

Voce e Chitarra acustica di Stefano Alì registrate da Lacinskij @ Red Basement, Catania.

Bass Synth, Guitar Fx, Synth, Drum Machine, Sequencer, & Strings: Lacinskij.

Smalltown Boy [Bronski Beat] – Veivecura

Ho conosciuto Davide suonando insieme a lui nella band di Stefano Alì, la sua verve trasversale tra pop d’autore e rock ci ha fatto pensare a questo brano da sviluppare insieme. Piano e voce me li ha forniti lui, io ho inserito il beat e i suoni di synth e i glitch samples nell’intermezzo strumentale e a fine brano.

Voce e Piano di Davide Iacono registrati da Salvo Puma @ Pausa Studio, Modica.

Drum Programming, Samples, Synth: Lacinskij

Un Fuoco [DeNovo] – EDY

Con Alessio EDY Grasso ci conosciamo da quando condividevamo la prima sala prove nel 1995. Era impossibile non coinvolgerlo. Ha scelto un brano particolare di una band catanese del passato: i Denovo. È stato interessante elaborare i suoni per un brano così “indigeno” per me.

Voce e Chitarre di EDY, Cori di Alex e Francesca registrate @ Feedback Studio, Roma.

Drum Machine, Percussion, Bass, Synth, Samples, Sequencer, Fx: Lacinskij.

Time [Tom Waits] – Zavvo

Salvo Nicolosi è il regista e fondatore del collettivo di videomaking Ground’s Oranges, che hanno realizzato tantissimi videoclip per la maggior parte delle band indie italiane e non solo, numerose le collaborazioni con Colapesce. Ci divertiamo a fare karaoke insieme (in serate organizzate proprio da Salvo) e tra i suoi artisti preferiti c’è Tom Waits: non potevamo non coverizzarlo!

Voce di Salvo Nicolosi, registrata al Red Basement, Catania.

Percussion, Drum Programming, Synth, Mellotron, Sequencer, Bass Synth: Lacinskij.

Polisex [Ivan Cattaneo] – Umberto Palazzo

Con Umberto ci siamo conosciuti tramite i social e negli anni abbiamo visto che condividiamo molto, per quanto riguarda gusti musicali e anche visioni politiche. Ci siamo scambiati consigli ed è stato un onore per me averlo ospite in questo album. Ha scelto un brano molto particolare di Ivan Cattaneo che ho cercato di trasformare mantenendo però un arrangiamento dance compatibile col contesto storico del brano. 

Voce e Chitarra di Umberto Palazzo e cori di X Y, registrato a Vasto.

Drum Machine, Synth, Sequencer, Bass Synth: Lacinskij.

Alike [Efterklang] – Tizio

Una delle prime band che abbia mai avuto modo di vedere dal vivo era proprio una band in cui Tazio Iacobacci suonava la batteria nei primi anni ’90. Negli anni poi abbiamo collaborato diverse volte e suonato insieme live nella band di Mapuche. Ha un gran gusto musicale per l’elettronica e i suoi progetti (Tellaro, Ginca, Tizio, Pola) sono tra i migliori che abbia mai ascoltato nella mia città, non potevo non collaborare con lui in quest’album. Ha scelto un brano degli Efterklang molto elettronico già di suo, ho optato per un arrangiamento e per un beat da “cavalcata” pop rock, ma piena di synth.

Voce di Tazio Iacobacci registrata nel suo home studio, Catania.

Bass Synth, Synth, Drum Machine, Fx, Samples, Sequencer: Lacinskij.

Barbara [Enzo Carella] – Smegma Bovary

Suono negli Smegma bovary da quando Emiliano li ha fondati. La componente ironica e pseudo demenziale piena di rimandi al synth pop l’ho sempre adorata, era dovuto fare un brano insieme.

L’arrangiamento è un po’ barocco e pieno di rimandi a suoni anni ’80, come l’uso delle batterie Simmons. Quel piglio ironico insomma che non guasta mai.

Bass, Synth, Drum Programming, Fx, Sequencer: Lacinskij.

T’Innamorerai [Marco Masini] – La Tosse Grassa

Ho scoperto La Tosse Grassa di Vanni Fabbri quasi per caso ad un live nella mia città. Condivide con Smegma l’amore per il mash up tra i campioni di brani già editi di brani completamente diversi tra di loro. Lo scream touch ci stava benissimo per completare l’album. Ha scelto un brano di Masini che andava in voga quando ero adolescente: è stato fantastico manometterlo e manipolarlo senza pietà.

Synth, Samples, Drum Machine, Fx, Sequencer: Lacinskij.

La Stagione Dell’Amore [Franco Battiato] – Lacinskij

Io stesso, che mi produco e canto. Forse i prodromi di un ep di canzoni pop scritte da me? Volevo rifare Battiato a modo mio, in maniera un po’ punk ed esasperata. 

Bass Synth, Synth, Drum Machine, Fx, Sequencer: Lacinskij.

LACINSKIJ | BIOGRAFIA

Lacinskij non esiste, ma il suo alter ego reale, Giuseppe Schillaci, esiste benissimo e non ha voluto usare il suo nome per firmare la serie di dischi che si è ripromesso di pubblicare nei prossimi dieci anni. E poco importa se non si tratta di prodotti richiesti dai costumi contemporanei, che tanto piacciono alle masse: è solo voglia di continuare a creare suoni, dopo centinaia di concerti in penisola e capatine extracontinentali.

Lacinskij crea e manipola, questi suoni, facendosi suggestionare dai ricordi e da gusti musicali un po’ elaborati e snob, con l’ausilio di un MacBookPro un po’ avanti negli anni (come lui d’altronde), il protocollo midi e le conoscenze da tecnico audio che gli hanno spianato le porte agli innumerevoli scleri e scenate, tra Pro Tools, Logic Pro X, Ableton Live.

Nel 2020 è uscito “Sound[e]scaping Vol. I”, il primo album, edito dalla sua Doremillaro [sb] Recs, nato dalla riflessione strampalata di creare ipotetiche colonne sonore per fughe interiori. Alla base, teorie di escatologia elaborate durante il lockdown, mentre era bloccato a casa con chitarra elettrica, due bassi, controller vari, tastiere, pianoforte, percussioni giocattolo e tanti ricordi legati alle colonne sonore dell’Amiga 500.

Rockit.it – Giandomenico Piccolo

“Musica che incontra le macchine, con le caratterizzazioni principali regalate dalle drum machines, e dai sintetizzatori, accompagnati da basso e dalle lievi incursioni di chitarra. I brani si sviluppano con dinamiche e minutaggio lontani dalla forma pop: i timpani metabolizzano questo “Volume 1” compiendo un autentico viaggio multisensoriale, come anche espresso dal diretto interessato che tiene a sottolineare la forte attitudine visual di quanto messo in pentagramma. C’è tanto da sentire, in episodi che si rivelano autoconclusivi e sorprese che si nascondono dietro l’angolo.”

impattosonoro.it – Gianmaria Tononi

“Giuseppe Schillaci, dopo aver fondato la Doremillaro (sb) Recs e aver partecipato in qualsiasi ruolo ad una molteplicitá incredibile di progetti, decide di fare un passo solista: otto tracce di elettronica pura e cruda, senza voci, a raccontarci una colonna sonora che di parole non ne ha troppo bisogno.

Mescola tanti stili e scenari, giocando con le emozioni e portandoci alla scoperta di un film che non sapevamo di avere visto ma che sentiamo nostro da subito, in un pezzo o nell’altro”

trstesunseti.it – Giulio Tomasi

È questo senza dubbio il più grande merito di Giuseppe “Lacinskij” Schillaci, il prestare il fianco a una versatilità che non è mai accasamento verso lidi di comodo. C’è sia la capacità di rendere omaggio alle strade tracciate da altri quanto quella mancanza di timore reverenziale, leggi alla voce autoconsapevolezza, rispetto a modelli che altri avrebbero trattato con sterile emulazione.

Sta proprio qui il senso di una parabola artistica, dove giocoforza la parola indipendenza fa rima con resistenza.

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