A raccontare qualcosa di più sulla band pavese dei Nylon e sui nuovi progetti è il frontman Filippo Milani, in un’intervista a CiSiamo.
Di Elisabetta Riboldi – CiSiamo.info
In radio da qualche giorno, “Niente da aggiungere” dei Nylon è una lirica introspettiva che contrasta con lo spirito trascinante della canzone, specchio del carattere istrionico del protagonista. Una canzone dal carattere pop, persino ballabile, ma con un testo che si rifà invece al mondo del cantautorato italiano. In perfetto stile Nylon.
Il brano è il terzo singolo della band pavese Nylon, già vincitrice dei premi Rock Targato Italia e Fondazione Estro Musicale. Sarà accompagnato da un videoclip, realizzato al Teatro Carbonetti di Broni, che verrà pubblicato ai primi di novembre. Proprio il video sancisce la collaborazione tra i Nylon e il Teatro Carbonetti, dove la band andrà in scena sabato 30 novembre con uno spettacolo fra musica e performance.
A raccontare qualcosa di più sulla band e sui nuovi progetti è il frontman Filippo Milani, in un’intervista a CiSiamo.
Come definiresti la vostra band?
A livello tecnico siamo un trio allargato, perché nasce nel 2014 con l’aggiunta lal duo formato da me e Davide Montenovi, voce e chitarra, del violoncello di Adriano Cancro. Abbiamo cominciato a scrivere dei nostri pezzi ma mancava qualcosa, sentivamo che i pezzi non funzionavano perché sembravano tutte delle “schitarrate” di piazza. Con l’aggiunta del violoncello tutto ha cominciato ad avere più senso. E poi abbiamo aggiunto anche basso e batteria. Fondamentalente noi siamo una band rock che si presta al cantautorato. Per noi infatti il contenuto della canzone è fondamentale, il fatto che poi arrivi attraverso una ballad, una canzone folk o un pezzo rock è solo un modo per far sì che il messaggio arrivi in modo più o meno diretto.
Quali sono i temi principali che cantate?
E’una domanda difficile a cui rispondere: abbiamo pezzi che guardano anche all’impegno sociale come “mare scuro” che parla dei migranti, ma nella parte che nessuno conosce, quando si muovono dal centro Africa verso il mare. Abbiamo pezzi che parlano dell’adolescenza, come “Irene”, o semplicemente di una sbronza. Abbiamo una svariata gamma di argomenti che trattiamo. Quello che ci preme è che qualsiasi argomento trattiamo venga trattato bene e che il messaggio arrivi diretto al pubblico. Per questo cerchiamo di fare delle introduzioni al pubblico, così che la gente venga coinvolta nella canzone.
Da dove viene il nome della band
Ci sono due versioni ufficiali. Quando io e Davide stavamo decidendo come chiamarci lui ha proposto “Nylon”, perché le corde della chitarra classica sono di nylon, quindi ci piaceva l’idea del suono caldo e avvolgente della corda di nyoln. Io a quei tempi frequentavo una ragazza che mi lasciava un autoreggente ogni volta che passava da casa mia, e così ho detto “Sì, piace anche a me”.
E il vostro ultimo brano?
E’ “Niente da aggiungere”. E’ il terzo singolo estratto dall’album “Quasi fosse una tempesta”, ed è uno dei brani scritti – testo e musica – da Davide. Ed è la mia maledizione. Io e Davide Montenovi ci conosciamo ormai da penso 25 anni, ed è effettivamente la relazione più lunga che sto instaurando con un essere umano da quando sono nato. E come tutte le realazioni ha i suoi alti e bassi. Lui ha scritto questo brano in un momento di bassi, ed è fondamentalmente il significato del pezzo, che ha una decina d’anni, forse anche di più.
Parla di quando cominci ad avere un po’ più gli occhi addosso, e perdi di vista il concetto della band. Questa canzone è una sorta di maledizione per me, perché mi tocca cantare di me stesso quasi tutte le sere, e non in termini lusinghieri. Però è un pezzo che ha segnato anche la nostra svolta più elettrica. Quando siamo entrati in studio per registrare l’album “Quasi fosse una tempesta” avevamo in mente di fare una certa cosa. Quando il sound engineer, Fabio Minelli, ha ascoltato il pezzo ci ha detto: “A me i pezzi piacciono davvero tanto. Ho provato ad aggiungere una linea di batteria a questo pezzo. Liberissimi poi di dirmi che volete mantenere una linea acustica“. Quando però abbiamo sentito la linea di batteria, abbiamo sentito un pezzo completamente diverso. Ci è piaciuto talmente tanto che abbiamo inserito una linea di batteria su un album praticamente già quasi finito, e solitamente la prima cosa che si registra in un album sono le linee di basso e batteria. Noi le abbiamo messe dopo aver praticamente registrato tutto.
E per quanto riguarda la collaborazione con il Teatro Carbonetti?
E’ la prima cosa che pensiamo alla mattina e l’ultima a cui pensiamo la sera! Perché questa collaborazione avrà la sua summa il 30 di novembre quando porteremo in scena una sorta di concerto spettacolo per la regia di Tiziano Rossi, con cui stiamo collaborando per la stesura della scaletta. La collaborazione con il teatro carbonetti è nata mentre cercavamo un posto dove girare il video dell’ultimo singolo. Non solo il Carbonetti è stato un ottimo posto dove registrare il video, ma in più ci ha proposto di fare una serata. Noi lusingati dal fatto di andare a suonare a teatro abbiamo cominciato a pensare a come rendere ancora più teatrale rispetto a quello che già era il nostro spettacolo. Quindi abbiamo pensato: “Cosa potremmo dare, di più, al pubblico?”.
E a quel punto abbiamo pensato di chiamare un nostro amico regista, per supportarci in questa sorta di nuova avventura musicale. Abbiamo organizzato una scaletta di nostri brani cerando di trovare una sorta di filo rosso che li legasse tutti, aggiungendo delle peformace alle canzoni. Interverranno clown, acrobati, danzatrici volanti…e invece che sembrare un immenso carrozzone, tutto avrà un senso pieno per le persone che verranno a vederci. Man mano stiamo svelando cose in più sulle collaborazioni e sul senso.